L’Analisi Transazionale nasce nel 1949, anno di pubblicazione del primo articolo sull’intuizione scritto da Eric Berne (1910-1970), psichiatra americano di formazione psicoanalitica. Berne, formatosi soprattutto sugli insegnamenti di Paul Federn e di Eric Erikson, successivamente si allontana dall’approccio psicoanalitico per dare forma all’Analisi Transazionale, che viene riconosciuta in ambito accademico nel 1958 con la pubblicazione di Transactional analysis: a new and effective method of group therapy.
Berne desiderava che l’A.T. fosse accessibile a tutti, abbattendo così la barriera tipica esistente tra terapeuta e paziente. Per questo, sin dall’inizio ha utilizzato parole chiare e semplici che, però, hanno portato alcuni studiosi a vedere e definire il suo approccio banale e semplicistico, tesi totalmente confutata dalla realtà e dal successo avuto dall’A.T.
Infatti, la scuola di Berne ha avuto la forza di generare un modello terapeutico di comunicazione assai valido, fondato su un linguaggio facilmente comprensibile e assimilabile, base solida per uno scambio alla pari tra terapeuta e paziente, superando nei fatti il rapporto diadico sbilanciato tipico della psicoanalisi classica.
In tal modo, il paziente, grazie all’uso di una terminologia semplice e immediata, comprende più facilmente i propri processi psichici interni ed è reso partecipe del suo cambiamento nell’ambito del processo terapeutico.
La morte prematura e improvvisa di Berne, causata da un attacco cardiaco, lasciò la sua ultima opera incompiuta e pubblicata postuma nel 1972: What do you say after you say hello?
I concetti chiave dell’Analisi Transazionale sono i seguenti:
- Il modello degli stati dell’Io
Berne concepisce la struttura mentale organizzata in sottosistemi la cui interazione, nel qui ed ora, genera lo stato dell’Io, che consiste in un insieme di pensieri, emozioni e comportamenti tra loro collegati. Berne li rappresenta graficamente con tre cerchi.

- Le transazioni
Già dal nome (Analisi Transazionale) si può comprendere l’importanza delle transazioni, ossia, degli scambi comunicativi tra due persone (stimolo e risposta tra gli stati dell’Io di entrambi i soggetti). Ogni conversazione ha inizio con uno stimolo che origina da uno stato dell’Io e prosegue con una risposta dettata da uno stato dell’Io diverso o uguale, dell’altra persona. Ci sono diversi tipi di transazioni, da quelle più semplici a quelle più complesse, con diversi livelli comunicativi (uno sociale e l’altro psicologico).
- I giochi
Quando i due livelli di comunicazione, descritti nel punto precedente, non coincidono e, quindi, la transazione avviene tra quattro (dei sei) stati dell’Io, significa che le due persone sono entrate in un gioco. Si tratta di una modalità di strutturare il tempo in modo ripetitivo e inconsapevole dove, a seguito di transazioni ulteriori, avviene un colpo di scena e si ha uno stravolgimento della relazione transazionale con un conseguente stato d’animo negativo in entrambi i partecipanti (un tornaconto ben definito, prevedibile e familiare con pensieri negativi associati su di sé o sull’altro o su entrambi).

- Il copione
Le transazioni ulteriori, tipiche dei giochi, rinforzano il copione. Il copione consiste nel piano di vita che ognuno di noi ha ed è basato sulle decisioni prese nell’infanzia come chiusure alternative dovute ad una mancata soddisfazione dei propri bisogni. Queste decisioni e convinzioni guidano la persona nelle proprie scelte e nelle proprie relazioni limitando la consapevolezza, inibendo la spontaneità e riducendo la flessibilità e l’autonomia. Infatti, nel corso della nostra vita, mettiamo in atto comportamenti che, inconsapevolmente, ci avvicinano al tornaconto del nostro copione.
Il copione viene strutturato nei primi sette anni di vita e viene rivisto e aggiornato durante l’adolescenza. L’obiettivo della terapia, attraverso un lavoro profondo, è quello di portare il paziente a liberarsi dal copione, sostituirlo con un piano di vita obiettivo e soddisfacente che lo porta a raggiungere la propria autonomia.
- Le posizioni di vita
Ogni bambino, durante la formazione del copione, assume convinzioni su di sé, sugli altri e sulla realtà esterna, che rimarranno più o meno stabili nel corso della propria vita. In base ai bisogni soddisfatti, o meno, nelle prime esperienze si possono riassumere quattro possibili combinazioni: 1) io sono ok – tu sei ok (è la posizione più sana e ideale); 2) io non sono ok- tu sei ok; 3) io sono ok- tu non sei ok; 4) io non sono ok- tu non sei ok. Ogni individuo ha una sua posizione esistenziale preferita anche se, nel corso della vita, potrà spostarsi da una posizione all’altra.
L’assunto filosofico di base dell’A.T., in merito alle posizioni di vita è, come detto, il nr.1 che, idealmente, rappresenta la posizione obiettivo che tende a porre tutti gli esseri umani sullo stesso piano in quanto a valore e dignità. È un concetto molto elevato che porta all’accettazione di sé e dell’altro in quanto esseri senzienti e non sulla base di ciò che si fa o di come ci si comporta. La persona è ok, anche se il comportamento può non esserlo e nessuno è superiore all’altro perché, come esseri umani, siamo tutti sullo stesso livello, anche se i risultati possono differire. Inoltre, secondo l’A.T. ognuno ha la capacità di pensare, assumendosi la responsabilità di decidere cosa desidera, di decidere il proprio destino e di poter cambiare le proprie decisioni. Quest’ultima affermazione è di fondamentale importanza per il processo terapeutico di cambiamento al fine di poter ri-decidere un copione di vita diverso.
Per approfondire l’Analisi Transazionale: